giovedì 29 marzo 2012

Il falco e la rosa, numero 1000




Il Falco e la Rosa la nuova raccolta romance scritta da sette autrici italiane, edita Mondadori edicola nella linea Classic, è stata regalata e presentata alle partecipanti della Vie en rose, il 24 Marzo 2012, a Firenze.
Non so se qualcuna di loro l’ha già letta, quindi vi prego, se vi va, di comentare qui e lasciare i complimenti o gli appunti per le sette autrici.
Ero curiosissima di capire com’era nata l’idea e soprattutto come si fossero organizzate. Come sapete ho lavorato insieme ad altre autrici/bloggers per dei racconti a sei mani a volte, e ricordo che non fosse affatto facile conciliare tre teste.
Loro erano sette… come avranno fatto? Ho fatto loro tre domande per farci raccontare l’idea base e le difficoltà incontrate. Leggiamo dalle parole delle sette regine del romance italiano com’è stata quest’avventura!
Ho letto che la raccolta si sviluppa in peridi diversi ma seguendo lo stesso filone. Su quale periodo si incentra la tua storia e come l'hai scelto?

Miriam Formenti
Io ho scelto il Medioevo, un periodo che mi affascina molto.  Senza ripensamenti ho immaginato un crociato tornato in patria ricco di gloria e di denaro,  e  dal  momento che sarei stata la prima a raccontare la storia della famiglia Monfalco si è deciso di comune accordo con le colleghe che sarebbe stato il mio protagonista a costruire il palazzo. 
C’era tuttavia una questione che mi tormentava: la mia storia era davvero troppo lontana da quella dell’amica Paola Picasso, che mi seguiva. Fra un racconto e l’altro passavano circa 250 anni. Ho quindi deciso di creare  la storia nella storia e ho  scritto  un breve racconto ambientato nei primi anni del ‘400 che introduce la storia del  crociato Lanfranco di Monfalco e della sua sposa,  che per la famiglia sono già leggenda.   

Paola Picasso
Quando ci è stata prospettata la possibilità di scrivere la storia di una dinastia fiorentina, ho chiesto immediatamente il 1450 perché erano gli anni di Lorenzo il Magnifico, uno degli uomini più illuminati della storia. Intorno a lui si erano raccolti i più grandi artisti che siano mai esistiti e questo ambiente così particolare mi entusiasmava.
Ornella Albanese
Il mio racconto, Il principe delle tenebre,  si svolge nella Firenze del 1500. La scelta del periodo è avvenuta all’ultimo momento e del tutto casualmente. Le mie amiche si aspettavano che scrivessi di Medioevo ma io avevo appena finito la revisione de L’anello di ferro e volevo cambiare periodo. Ho trovato un piccolo spazio nel 1500 e ho subito scelto di avventurarmi in questo secolo per me nuovo.
Mariangela Camocardi

 Ciao Libera, grazie. Per me ambientare un romanzo in un certo periodo del passato piuttosto che in un altro non ha mai rappresentato un problema. Mi piace esplorare la Storia della nostra Italia perché c'è una tale ricchezza di eventi e personaggi che un autore ha solo l'imbarazzo della scelta. Ne Il falco e la rosa  il  '600 fiorentino e io ci siamo trovati a combaciare per esclusione dalle altre epoche scelte dalle colleghe, semplicemente. Ed è  così che  ho scoperto una Firenze affascinante e inquietante nel contempo: l'Inquisizione tiene saldamente in pugno la città più degli stessi Medici che la governano, e una delle sue vittime più celebri è Galileo Galilei.        

Theresa Melville.
Il mio racconto si chiama Guardami ed è ambientato nel 1746. In quel periodo, dopo secoli di governo mediceo, un sovrano straniero si impose al Granducato di Toscana. Per quanto Francesco di Lorena, e soprattutto la consorte Maria Teresa D’Austria fossero regnanti “illuminati”, i fiorentini si trovarono alle prese con cambiamenti difficili. Mi sarebbe piaciuto approfondire questo contesto, ma per motivi di equilibrio narrativo, delicato trattandosi di un testo breve, ho preferito lasciare l’ambientazione storica sullo sfondo a beneficio dell’intreccio sentimentale. Il mio racconto è infatti incentrato sul rapporto d’amore tra i due protagonisti, Gemma di Monfalco e Federigo Malaspina di Fosdinovo. Si tratta di un legame contrastato, che influirà non poco sulle vite dei due giovani e su quelle delle rispettive famiglie, divise da antichi rancori di origine controversa. 
Maria Masella
La mia storia si svolge nel 1865, a Firenze, con ricordi ambientati a Palermo nel 1860.
E’ un periodo storico che mi piace e mi sembrava giusto dedicare almeno un racconto ai pochi anni in cui Firenze è stata capitale d’Italia.  Comunque la risposta a questa domanda è strettamente collegata alla successiva.
Roberta Ciuffi
Io volevo l’ultimo racconto della serie, perché la mia passione sono i cambiamenti, e avevo deciso che quello sarebbe stato il momento della svolta nella storia dei Monfalco. Pensavo quindi che l’ambientazione sarebbe stata tardo ottocentesca. Invece la prima scena che mi è venuta in mente è stata quella di una fantastica automobile che attraversava le stradine di Firenze, con a bordo due eleganti giovani, freschi sposi. Facendo delle ricerche, mi sono innamorata della Rolls Royce Silver Ghost, una macchina prodotta però nel 1907. Quindi ho spostato la storia più in avanti, nel 1910.




Com'è nata un'idea di questo tipo e come ti sei trovata a svilupparla?

Miriam Formenti
Come ho già detto,  la scelta di un crociato come protagonista è stata immediata. Non così la sua compagna, una schiava che a suo tempo doveva essere una semplice servetta.
La storia di Lanfranco di Monfalco e della sua schiava inizia 8 anni dopo la fine della quarta crociata, quella che non ha mai raggiunto la Terrasanta e che si è chiusa a Costantinopoli.
Deciso a tornare in Patria, lui cerca una schiava che possa accudire la sua bambina e compra Rosa per due motivi: il primo perché é pisana, e saprà insegnare a parlare la lingua italica alla piccola. Il secondo perché  prova  pietà per quella creatura abbruttita da sei anni di schiavitù, senza immaginare che lei saprà conquistare non solo il cuore della bambina, ma anche il suo.
Paola Picasso
Individuato il periodo storico l'idea delle storia è stata una conseguenza. Il mio protagonista non poteva che essere un sostenitore e un difensore del Magnifico, un animo nobile e coraggioso e Lei, una donzella in gravi difficoltà.
Ornella Albanese
L’idea è stata del nostro editor, Marzio Biancolino, in occasione de La Vie en Rose dello scorso anno e la bellissima città di Firenze è diventata l’ambientazione ideale. Sviluppare il progetto si è rivelato avvincente ma impegnativo. I tempi si sono dilatati, mi è quasi sembrato di vivere l’ultimo anno in costante simbiosi con Il falco e la rosa.
Mariangela Camocardi
Tutto nasce al Boscolo, diventato hotel ma che in origine era la signorile dimora di una famiglia nobile. L'editor Marzio Biancolino, noi stesse, ne abbiamo subito il fascino al punto da concepire al suo interno una saga familiare riscritta da noi sette, autrici e amiche da anni. Per quanto riguarda il mio racconto, ho  considerato, non per la prima volta, come in certe epoche bastasse davvero un nulla per attirare la sgradita attenzione del Santo Uffizio. Così ho immaginato una donna Olivia, dotata della capacità di guarire con le erbe e disponibile ad aiutare il prossimo. L'altruismo, però, finisce solitamente per scontrarsi con l'ingratitudine umana, ed è appunto sul dualismo  generosità/meschinità che ho voluto dipanare la narrazione di " PER AMORE DI UNA STREGA."  Naturalmente esistono uomini capaci di far sognare una donna al primo sguardo, e Lapo di Monfalco è esattamente il tipo d'uomo che seduce irradiando magnetismo e sensuale mascolinità, e a cui nessuna riesce a resistere, neppure Olivia.   

Theresa Melville.
Questo soggetto è nato dal desiderio di misurarmi con una storia diversa da quelle che mi identificano come autrice, e mi riferisco a vicende avventurose, rocambolesche, piuttosto realistiche. In questo racconto affronto tematiche diverse, e descrivo un rapporto sentimentale caratterizzato proprio dalla “diversità” dei due protagonisti. E’ stata una scrittura emozionante e impegnativa. Le lettrici mi perdoneranno se non entro nei particolari, ma non vorrei rovinare loro la sorpresa.
Maria Masella
Dopo aver concluso il racconto per l’antologia risorgimentale ho dovuto abbandonare Bruno Morego, personaggio secondario… Capita di amare un proprio personaggio! Nel 1860 partiva con i Mille: volendo scrivere una storia con lui come protagonista la scelta dell’epoca è diventata obbligatoria. Essendo una storia della casata dei Monfalco, allora la protagonista doveva essere una nobile fiorentina. E’ nata Cate, di carattere quanto Bruno. E’ una fiorentina appassionata, che non si tira indietro, mai.
Roberta Ciuffi
L’idea era nell’aria, dopo l’antologia precedente. Volevamo fare qualcosa per il San Valentino del 2012, poi l’editor dei Romanzi, Biancolino, ha lanciato l’idea di celebrare il numero 1000 della pubblicazione con un’antologia dedicata a Firenze, il luogo dove ci trovavamo in quel momento.
Per me le antologie non devono essere un’accozzaglia di racconti messi assieme, ma seguire un filo conduttore, così come avevo già fatto per la mia natalizia. Perciò la proposta di seguire una famiglia nel corso della sua storia l’ho trovata stuzzicante.

Ho collaborato spesso a lavori a più mani e so che non è affatto semplice. Anche se voi non vi siete incrociate sugli stessi personaggi, avrete dovuto comunque confrontarvi per la continuità delle storie, giusto? Come vi siete organizzate?


Miriam Formenti
Non è stato facile, lo ammetto, ma tuttavia è stato divertente. Abbiamo scambiato fra noi decine di mail  sul palazzo con la sua torretta,   sul medaglione, sullo stemma,  sui nomi…  E nonostante tutto a lavoro finito abbiamo dovuto correggerci ancora. Il medaglione era colorato o no?  Stava su una faccia o su due? Una porta stava a destra o a sinistra? Com’era infine il giardino?  Insomma, a pensarci ora mi viene da ridere e mi dico che è stata una bella avventura.
Ti ringrazio molto per questa intervista, cara Libera, e abbraccio con affetto tutte le amiche che ci leggeranno. 
Paola Picasso
Per quello che riguarda la stesura dei racconti, le mie colleghe e io ci siamo tenute in stretto e costante contatto telefonico e via mails.  Si dovevano concordare decine di particolari: l'ubicazione del palazzo Monfalco, la sua struttura e quella dei giardini, i nomi degli antenati e la discendenza diretta o indiretta dai predecessori. Persino il medaglione che passa da donna a donna della famiglia è stato oggetto di lunghe dissertazioni. Faticoso? Certo, ma anche stimolante. Un gran lavoro, momenti di intesa e altri di discussione, ma alla fine si raggiungeva sempre un accordo. E' stato bello,anzi, indimenticabile. Ciao, grazie dell'ospitalità. Paola Picasso
Ornella Albanese
Sì, ci siamo mosse all’interno delle nostre storie con discreta libertà, ma abbiamo sempre dovuto fare i conti con i collegamenti tra un racconto e l’altro. Ecco, questi collegamenti sono stati molto laboriosi e hanno richiesto un numero sterminato di mail. Sembra incredibile, ma decidere come doveva essere il medaglione, se dipinto o inciso, decidere la struttura del palazzo, la via, persino il nome del fantasma… tutto è stato oggetto di scambi continui, a volte accesi, spesso divertenti. Questo progetto comune mi ha fatto apprezzare sei autrici di talento, ma mi ha fatto anche conoscere in modo approfondito la loro realtà di donne.
Mariangela Camocardi
A essere sincera, tutto sommato si è rivelata un'esperienza molto istruttiva sia a livello umano che professionale. Siamo state collaborative come più non si potrebbe malgrado i frangenti abbastanza ostici che, com'èra inevitabile,  si sono avvicendati quando abbiamo dovuto  coordinarci sui punti chiave che legavano tra loro le singole storie, plasmandole in un vero e proprio romanzo. Ma caspita se ci siamo divertite al momento di stabilire come doveva essere il ciondolo destinato alle spose Monfalco, la galleria dei ritratti e i vari ambienti del palazzo. Ciascuna di noi ha ideato  e scritto il suo racconto in modo da farlo coincidere con quelli delle altre in una narrazione fluida e avvincente. Ora la parola passa alle nostre affezionate lettrici. Sono troppo ottimista se confido fermamente nel loro gradimento? Da autrice italiana spero fervidamente che il tifo per il made in Italy aumenti sempre di più, e in maniera così esponenziale da sbaragliare la concorrenza fin troppo agguerrita con cui dobbiamo effettivamente confrontarci da anni. Siamo brave e competitive anche noi, dopotutto.    
Theresa Melville.
Ci siamo confrontate su tutto, non solo sulla continuità delle vicende, e non è stato facile. Bisognava evitare ripetizioni sui caratteri dei personaggi, sulle ambientazioni e sulle trame. Abbiamo comunicato sempre per posta elettronica e per telefono. Ci siamo scritte decine di mail al giorno. In pratica, eravamo costantemente in contatto. Non abbiamo sorriso tutto il tempo; abbiamo anche discusso, del resto era prevedibile. Siamo tutte autrici d’esperienza, molto diverse una dall’altra, con caratteri piuttosto forti. La stima reciproca, l’amore per il nostro lavoro e la guida di Marzio Biancolino ci hanno portato fino in fondo. Con tutto il cuore spero che il romanzo abbia successo. Ringrazio Libera per l’ospitalità e mando un caro abbraccio a lei e a tutte le lettrici. Theresa Melville
Maria Masella
Avevo una lunga esperienza di lavoro di gruppo, perché sono una ex insegnante. Questa volta è stato diverso, più difficile ma più emozionante. Molte scelte dovevano essere comuni: il nome della famiglia, la collocazione del Palazzo, alcuni elementi ricorrenti che non posso anticipare ma le lettrici ritroveranno. Personalmente avevo alcuni problemi in più: far agire come protagonista un personaggio già presente in una storia precedente (ma è stato un piacevole problema) e dovermi raccordare TANTISSIMO soprattutto con Roberta Ciuffi che ambientava la sua storia non molti dopo la mia. La psicologia di alcuni personaggi è stata delineata quasi a quattro mani in modo tale che fosse coerente in entrambe le storie, ma, soprattutto, come io ho cercato di preparare il terreno alla sua storia così lei ha “dato un futuro” alla mia.  Ma come posso dimenticare Paola Picasso (siamo quelle che hanno scritto per prime)? Il suo roseto… E non posso aggiungere altro se non “divertitevi a trovare gli incastri che abbiamo seminato per tutto il “romanzone”, come lo chiamavamo fra di noi!
Roberta Ciuffi
A dire il vero, in modo un po’ caotico. Abbiamo buttato giù delle sinossi, affidate a Maria Masella che verificava di continuo le aggiunte e i cambiamenti, però poi ognuna ha cominciato a scrivere la sua storia a seconda dei propri impegni, senza seguire l’ordine cronologico. Così chi aveva, per dire, gli ultimi periodi, ha terminato il proprio racconto avendo a disposizione pochi accenni su quello che le altre, che dovevano scrivere i racconti precedenti, intendevano fare. Questo ha comportato necessariamente un lavoro finale di aggiustamento, riallaccio di fili penzolanti, eliminazione di ridondanze o cose che all’inizio sembravano utili e si sono rivelate superflue, aggiunte a posteriori. Devo davvero ringraziare Maria per la pazienza nel ricostruire di continuo i nostri volubili schemi!
Come potete notare le risposte delle autrici seguono l’ordine cronologico dei racconti.
Allora voi che avete già la copia tra le mani la state leggendo?
Cosa potremmo dire di più alle altre lettrici per invogliarle ad acquistarla?
Aspetto i vostri commenti!

mercoledì 14 marzo 2012

BANG BANG tutta colpa di un gatto rosso di Viviana Giorgi



Viviana Giorgi tutti la conosciamo come Vivienne o Georgette Grig grazie ai suoi articoli sul blog La mia biblioteca romantica, e ai suoi racconti pubblicati sul web, in vari siti e blog.
Non tutti però, forse, ricordiamo che ha pubblicato a puntate, sul suddetto blog, un racconto a metà tra il comico e il sentimentale, molto brillante in entrambe le caratteristiche, come Nora M.  Io ricordo seguivo con grande trepidazione le pubblicazioni, quasi fosse un moderno romanzo d’appendice, perché il suo stile è davvero molto coinvolgente. Anzi intrigante. Spinge il lettore a non volersi staccare, a cercare di leggere il più possibile per conoscere la sorte dei vari personaggi.
Bene quel racconto è diventato un romanzo, pubblicato in ebook da Emma Books.





Sì, è stata tutta colpa di un gatto rosso. Il mio. La bestia scappa dalla finestra a mezzanotte, e io mi butto in strada per recuperarlo, sexy come un sacco di patate, e incontro... l’ uomo dei miei sogni, una specie di Marlboro Man che smonta non da cavallo, ma da una fiammante BMW.
In altre parole, il mio nuovo vicino di casa. Lui mi fissa perplesso e incuriosito e il colpo mi arriva subito, preciso, bang bang, dritto al cuore, come nella vecchia canzone dell’Equipe ‘84.
Nick, si chiama Nick.Io Nora. Non può essere un caso, mi dico, e mi butto in questa storia, a testa bassa, senza sospettare in che pasticci mi ficcherò. Perché è ovvio che nella nostra storia si infilino altre persone, e tutte con qualcosa da dire o fare. Viola, un’adorabile bimba di otto mesi; Tommaso, il prof, egocentrico, bastardo seduttore cui l’ho giurata; un’orda di adorabili femmine folli che altro non sono che le mie amiche del cuore; Camilla, la disinibita, e un piccolo esercito di suocere, madri, padri, tate e… una nonna diabolica. E, come se non bastasse, c’è un romanzo rosa che aspetta di essere tradotto, uno strano borgo in piena Milano dove la gente sembra diversa e un po’ pazza e, ahimé, c’è anche lei, Gabrielle, la stronza. Senza contare il gatto rosso.

La mia stima per Viviana è grandissima, lei sa bene quanto io apprezzi i suoi scritti, ma per dimostrarvi quanto è oggettivamente una brava scrittrice, ho chiesto a tre affermate autrici di romance, italiane, di commentare l'opera di Viv. Leggiamo dalle loro stesse parole cosa ne pensano...

 
Mariangela Camocardi:
Ho condiviso i sogni di Viviana dal momento in cui ci siamo conosciute. Lei ama  scrivere e scrivere rappresenta una parte fondamentale della sua vita, che certo è stata tutt'altro che una distensiva  passeggiata in un parco. Ho iniziato a leggere le sue romantiche storie perché a un certo punto volevo constatare se erano belle come lei. Perché Viviana ha una bellezza e uno slancio interiori che si riflettono nelle parole quando parla, una grazia e una disponibilità che, per quella che è la mia esperienza, viene trasfusa in un romanzo. Devo doverosamente aggiungere che quando lessi la prima puntata di Bang Bang tutta colpa di un gatto rosso, risi fino alle lacrime e lasciai un commento su La Mia Biblioteca Romantica per esprimere il mio apprezzamento a questa autrice che non conoscevo. Viviana aveva firmato con uno pseudonimo e nessuno di noi amiche scrittrici intuì che dietro la brillante penna che firmava di volta in volta le successive puntate ci fosse lei. Il gruppo delle sue stimatrici si ampliò di settimana in settimana, perché le avventure di Red, Nora e Nick erano fortissime e noi, il pubblico, attendeva con impazienza crescente il seguito. Quando infine rivelò la sua identità, devo dire che non fui affatto sorpresa che fosse tanto brava a scrivere. Naturalmente il romanzo era breve e, sollecitata in proposito, Viviana lo ha  sviluppato fino a trasformarlo in una chicca che consiglio a tutti di leggere. Bang Bang tutta colpa di un gatto rosso vi restituirà il buonumore, se per caso siete in un momento no, e vi farà venire voglia di innamorarvi  perché Nora e Nick sono una coppia che vi coinvolgerà dall'inizio alla fine di questa appassionante relazione. L'amore che scaturisce tra loro è quello magico che chiunque sogna di vivere,  e loro due sono assolutamente irresistibili. In più conoscerete una girandola di personaggi che troverete spassosi ma anche il non plus ultra dell'antipatia, e una bimba di pochi mesi, Viola, che vi conquisterà definitivamente.
Questo è un sogno che Viviana ha accarezzato e che è diventato da un giorno all'altro una fantastica realtà, e che lei, posso ben dirlo io che le sono amica, si è ampiamente guadagnata per la fatica, la costanza, l'umiltà con cui ha perseguito questo traguardo. Sono sicura, anzi, sicurissima che Bang Bang tutta colpa di un gatto rosso è solo il primo di molti altri obiettivi che come autrice  lei raggiungerà, da qui in avanti. Auguri, Vivi!         


Ornella Albanese:
BANG BANG TUTTA COLPA DI UN GATTO ROSSO Recensione di O. Albanese
Scrivere una minirecensione mi piace molto, vediamo come cominciare.
Prima di tutto il titolo: davvero indovinato. Il ritmo grintoso del romanzo parte dal titolo.
L’ho letto in tempi brevissimi e questo perché è fluido come una sorsata, scorre che è un vero piacere.
Si tratta di chick-lit, ma il termine è restrittivo. Se si pensa a un chick-lit si pensa a qualcosa di divertente, ma Bang bang non è solo quello.
E se facessi una recensione atipica? Mi incuriosisce vedere quali altri aggettivi suggerisce il romanzo.
Divertente, ok, è molto divertente, in certi momenti addirittura esilarante, ma è anche tenero, e poi ironico, e furbo, e sensuale, e romantico, anche emozionante, perfino commovente, e ancora buffo, appassionato, musicale, surreale, travolgente… cos’altro? Cinico? Sì cinico, e perfido, e anche un po’ perverso.
Insomma, non è soltanto un chick-lit.

Miriam Formenti:

Avevo già avuto il piacere di leggere sul blog ‘ Bang bang , tutta colpa di un gatto rosso ’, di Viviana Giorgi, e l’autrice sa che non le avevo lesinato i complimenti.
Dopo essere finalmente riuscita a scaricare la nuova versione aggiornata , ho ‘gustato’ questo bellissimo romanzo in  due giorni.   Quattrocentocinquanta pagine di puro divertimento.
Ci tengo a dire che  Viviana  non ha niente da invidiare a Sophie Kinsella.  La nostra autrice italiana riesce a farci sorridere e ridere, senza mai far sembrare la sua protagonista una stupida.
Nora è una ragazza moderna ma anche un po’ strana. Gira in scooter e consuma kleenex guardando ‘Insonnia d’amore’ e ‘Serendipity’; è capace di grande generosità, al punto da uscire fuori casa con delle orribili ciabatte e con addosso un brutto impermeabile alla ‘Colombo’   per cercare il suo gatto rosso, noto nel quartiere come trombeur de chattes, e di occuparsi  di una bambina che ha appena intravisto sul seggiolino del sedile posteriore di una station wagon. Tuttavia è anche tipo da  inventarsi sottili e riuscite vendette destinate a chi  se le merita.
Il suo mondo è costellato da tanti personaggi: amiche rompiscatole sempre pronte a dare consigli senza tenere conto del  suo carattere e che considerano la sua casa, in quel tranquillo quartiere,  una specie di ritrovo.
Sorridiamo con l’amica dura e con quella timida, la ragazza che non saprebbe distinguere la performance amatoria di un uomo esperto da quella di Topo Gigio. Abbiamo il lattaio  che sogna l’happy hour e una rivale antipatica; la suocera altezzosa che veste solo Chanel, una bambina sempre sorridente, una nonna che sembra venire dritta da un altro secolo, una buona tata, un ex pieno di sé e… ovviamente, non poteva mancare lui, Nick, il protagonista.
Nick è il sogno di ogni donna. Il perfetto compagno che tutte vorremmo perché non solo è bello e ricco, ma è uno splendido papà e ha pure un cuore che nasconde le sue paure.  
Viviana ha saputo dare a tutti questi personaggi uno spessore. Ha saputo farceli amare. Il risultato: un bel chick lit divertente scritto da un’ottima autrice italiana che merita tanto successo.  E, tutto, grazie a un gatto rosso.